Totti Compie 30 anni

Ho letto un articolo della Stampa che mi ha fatto riflettere sulla carriera di Totti, proprio oggi il giorno del suo 30mo compleanno.

Totti ha rinviato il brindisi per i suoi trent’anni a questa notte perché « voglio far festa dopo una vittoria. C’è una partita da vincere, voglio pensare solo agli spagnoli».

A febbraio di tre anni fa, in sei minuti Totti andò a segno due volte sotto lo sguardo sbigottito del pubblico del Mestalla, speriamo si ripeti.

«Lui è il pericolo pubblico numero uno, lui l’avversario da temere», ripete l’argentino e sentinella della retroguardia di casa, Ayala, come se il tempo da queste parti fosse rimasto legato alle piroette firmate da Totti prima dello stop del febbraio scorso. Fa paura, l’ex Pupone.

Ecco che riportiamo l’articolo copiato da Web Archive. Putroppo la partita finisce con la vittoria del Valencia per 2-1 nonostante la buona prova della Squadra di Spalletti con Totti a segno su rigore per il momentaneo 1-1.

Totti, la crisi dei trent’anni.

La vela di Luna Rossa in mare, le gru e la scritta America’s Cup ovunque. I 30 anni (oggi) di Francesco Totti sbarcano in una Valencia agli ultimi ritocchi prima dell’evento mai visto e, nell’attesa dell’ubriacatura dell’estate quando comincerà la corsa al trono di Alinghi, con la testa nel pallone: vola, la truppa del giovane condottiero Quique Flores, una corazzata sulla vetta della Liga in compagnia di Barcellona e Real Madrid e decisa a restare lassù fino all’ultimo tornante della stagione.

Totti ha rinviato il brindisi per i suoi trent’anni a questa notte perché «voglio far festa dopo una vittoria. C’è una partita da vincere, voglio pensare solo agli spagnoli». Niente torta, candeline a casa così come Ilary e il piccolo Cristian. In valigia solo la voglia di regalarsi 90 minuti da incorniciare come quelli del febbraio di tre anni fa, quando in sei minuti Totti andò a segno due volte sotto lo sguardo sbigottito del pubblico del Mestalla: in campo andrà un capitano giallorosso accompagnato da un primo bilancio sulle sue fatiche. Trenta è numero tondo e di numeri è fatta la carriera dell’ex Pupone. Cifre anche alla rovescia soprattutto se il palcoscenico del ragazzo di Porta Metronia diventa quello internazionale.

Roma e basta, così ha deciso il dieci giallorosso almeno fino a quando la caviglia ko il 19 febbraio non tornerà in ordine. Roma senza Nazionale, è la ferma posizione di un campione del mondo ritornato a casa con il peso di una ferita aperta dalle critiche, a suoi occhi fuori giri, di chi non ha capito il suo tormento per riconquistare un posto sull’aereo mondiale a meno di tre mesi dalla corsa in ospedale per una caviglia fuori posto.

Totti e Roma

Totti e Roma: un matrimonio forza e, allo stesso tempo, limite alle sue magie. Forza (e anche limite) perché nella capitale è nato e nella capitale ha costruito il suo cammino accompagnato dall’amore di una città che ad ogni suo passo falso lo ha protetto senza limiti. Così, dopo il rosso in Corea e Giappone nell’estate del 2002 (fu il discusso Moreno a cacciarlo negli spogliatoi nella sfida da dentro o fuori con i coreani), ma soprattutto dopo i fatti di Italia-Danimarca quando Totti si trasformò per il mondo intero in un lama. In azzurro, il bicchiere pieno è legato solo alla spedizione europea del 2000, Zoff in panchina e «cucchiaio» in faccia all’Olanda dal dischetto in semifinale, perché al Mondiale la vittoria è stata del gruppo.

Valencia si prepara a vivere una notte di gala e Totti è l’invitato copertina. «Lui è il pericolo pubblico numero uno, lui l’avversario da temere», ripete l’argentino e sentinella della retroguardia di casa, Ayala, come se il tempo da queste parti fosse rimasto legato alle piroette firmate da Totti prima dello stop del febbraio scorso. Fa paura, l’ex Pupone. Incute timore anche se le cronache italiane delle sue ultime uscite raccontano di un ragazzo in apnea. «Non va considerato come un malato, ma – spiega Spalletti – come un giocatore che per ritrovare la condizione di sempre deve passare dal campo e in campo continuerà ad andare dal primo minuto». La tappa di Valencia promette spettacolo e di meglio il capitano romanista non poteva chiedere per festeggiare comunque sotto i riflettori il compleanno. Trenta candeline, uno scudetto e una Supercoppa italiana in bacheca con la maglia della Roma: questo il bilancio di uno fra i migliori talenti espressi dal nostro calcio. Vista da fuori, una dote incompleta. Vista da Roma, un bottino che fa storia.

La vigilia dell’incrocio del Mestalla scivola via anche nelle parole di Panucci che promette divertimento perché «anche noi assomigliamo a una squadra spagnola che gioca sempre di prima». Il tecnico di casa Quique Flores (dovrà fare a meno per squalifica della stella Joaquin) prova ad accendere la sfida, ma il suo affondo («La Roma è forte con i deboli e debole con i forti. E noi siamo forti») trova in Spalletti un muro di gomma. «I conti si fanno alla fine», sussurra il condottiero giallorosso.

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